© Pixabay

Sei specie animali marine da osservare in Bretagna

Nel loro ambiente naturale e con discrezione

Coste, baie e arcipelaghi bretoni sono il rifugio di numerosi mammiferi e uccelli marini. Alcuni, tra cui il delfino tursiope, vi vivono tutto l’anno. Altri, come la sula bassana, vi sostano a lungo. Ecco sei specie da avvicinare delicatamente, per vivere incontri emozionanti!

In sintesi

1. Il delfino tursiope, emblematico ma selvatico

Una pinna, poi due, poi tre… Che gioia vedere il delfino tursiope fendere le acque bretoni! Se è vero che può percorrere 100 km al giorno, questo cetaceo dal manto grigio è di natura sedentario. Circa 400 esemplari vivono nella baia di Mont-Saint-Michel, vale a dire la più grande popolazione d’Europa. Due gruppi hanno invece il loro quartier generale nel mare d’Iroise, intorno a Les îles Molène e Sein. È possibile domarlo, ma il delfino tursiope rimane un animale selvatico che ha i suoi sbalzi d’umore. Un colpo di coda? Segno che si sta innervosendo. Se uscite in barca, lasciate che si avvicini di sua spontanea volontà. Incrocerete forse anche dei delfini comuni o di Risso, marsovini o, più raramente, il globicefalo nero, il capodoglio e l’orca.

2. Lo squalo elefante, forte e imponente ma fragile

Le opportunità migliori per incontrare uno squalo elefante? In primavera o in estate mentre nuota tranquillo in superficie, non lontano dalle coste del Morbihan, tra Groix e Ploemeur o Houat e Quiberon. Si può anche incrociare vicino a Glénan o nel mare d’Iroise. Per individuarlo, seguite le “linee di marea”. Lì lo squalo elefante caccia il plancton di cui va pazzo. Impressionante per le sue dimensioni, questo squalo è uno dei più inoffensivi e soprattutto vulnerabile. La specie corre il pericolo di estinzione. Proprio come lo squalo nasuto che ha fatto ritorno nella Bretagna del nord, al largo delle coste del Trégor e vicino a Bréhat. Il suo segno distintivo: una macchia bianca sulla pinna arrotondata.

APECS


3. La foca grigia, a suo agio nelle acque d’Iroise

Manto scuro, è un maschio. Manto chiaro e chiazzato, una femmina. La foca grigia sosta volentieri nelle acque del parco naturale marino d’Iroise dove vive la più importante colonia francese. Il gruppo raggiunge un picco in inverno, poi avviene la muta. Ma si può osservare tutto l’anno. Soprattutto mentre riposa sugli isolotti rocciosi di Sein, Molène o della costa della punta di Penmarc’h. La posizione che preferisce? La “banana”, testa e coda sollevati. Alcuni esemplari sono presenti anche nell’arcipelago di Sept-Îles e nella baia di Morlaix. Andate ad incontrarli, durante un’uscita con le pinne, partendo da Plougasnou. Magico! E non la confondete con la foca vitulina. Più piccola e visibile nella baia di Mont-Saint-Michel.

4. La pulcinella di mare, vulnerabile “Pappagallo dei mari”

Il grosso becco colorato gli vale il nome di “Pappagallo dei mari”. La pulcinella di mare è un “sopravvissuto”. Caccia, maree nere, riscaldamento climatico hanno ampiamente contribuito a decimare la specie. Al momento attuale, solo 150-200 coppie popolano l’ultima colonia visibile in Bretagna (e in Francia!), nella riserva naturale protetta di Sept-Iles. Emblema della LPO, questo uccello marino vi fa ritorno ogni anno, da metà marzo a metà luglio, per riprodursi e nutrire i suoi piccoli. Non perdetevi il momento! Allora li vedrete sicuramente volare con il becco pieno di avannotti pescati per i loro pulcini. A terra, l’andatura maldestra e le molteplici mimiche sono… deliziose!

5. La gazza marina, l’uccello marino più raro e minacciato della Francia

I pinguini volano? La gazza marina sì… e benissimo! Paurosa, se la dà a gambe se ci si avvicina troppo. Bello paffuto, becco uncinato, manto nero e bianco, questo uccello marino, il più raro e minacciato della Francia, torna in primavera sulle coste bretoni.. Soprattutto nell’arcipelago di Sept-Îles, dove nidifica (da febbraio a luglio) e nella baia di Douarnenez, al riparo delle tempeste. Sull’acqua, la gazza marina galleggia come un tappo. La barca resta il mezzo più efficace per osservarla. Ma è visibile anche nei porti, come a Conquet. Socievole, ama la compagnia dell’uria comune e viste in lontananza si somigliano come due gocce d’acqua. Non vi sbagliate!


6. La sula bassana, star dell’arcipelago di Sept-Îles

Ed ecco un uccello nel quale canto e piumaggio vanno d’accordo. Corpo bianco affusolato, testa gialla scamosciata, becco blu, la sula bassana è tanto bella quanto rumorosa… Giudicate voi stessi lasciando la barca per dirigervi verso la riserva naturale di Sept-Îles. È lì, e più nello specifico a Rouzic, che nidifica l’unica colonia francese di questo gigante dei mari (1,70 m di apertura alare!). Da fine gennaio a settembre, più di 11.500 coppie rinsaldano i loro legami dopo un inverno passato a errare per il mare. Quando non si becca con i propri consimili sulla terraferma, la sula bassana pesca… In posizione “Concorde” con le ali piegate all’indietro, per tuffarsi per prima con la testa in acqua. Impressionante!

Avvicinare i cetacei in maniera ecoresponsabile

 

I mammiferi marini sono molto sensibili allo scompiglio e in particolare le coppie madre-piccolo. Affidatevi, al momento delle uscite, a esperti di osservazione dei mammiferi marini che adottano regole semplici di non intrusione (velocità, direzione, traiettoria e una distanza di almeno 100 metri tra l’imbarcazione e l’animale) per tutelarne la tranquillità e la salute.

Dal canto vostro, optate per un comportamento responsabile quando avvicinate i mammiferi marini:

  • Se gli animali si avvicinano da soli, non cercate di toccarli, direttamente o con uno strumento, né di nutrirli e di nuotare con loro: sono animali fragili e pericolosi per l’uomo;
  • Godetevi in silenzio l’osservazione, evitate di gridare o di fare rumore con oggetti a bordo delle imbarcazioni.

Rispettando queste istruzioni, potrete avere il piacere di osservare questi animali nelle condizioni migliori.

 

Le vostre osservazioni sono preziose: se navigate con la vostra imbarcazione in Bretagna, lasciate le vostre osservazioni sulla piattaforma Obsenmer 

Permettono ai ricercatori di integrare le loro conoscenze e di tutelare al meglio le specie.

 

Vedi la Carta delle buone pratiche di Natura 2000

Vi piacerà anche

Sito ufficiale del Turismo in Bretagna
Chiudere